Intervista a   LETIZIA CARLUCCI  di Fulvio Spagnoli

www.ilcorto.it - Letizia Carlucci  montatrice, regista

Fulvio: è il turno della straordinaria Letizia Carlucci, 25 anni, montatrice, regista e sceneggiatrice.

Oggi il cielo è un bank ottico: uno strato sottile di nuvole ci permea di una fastidiosa luce diffusa; è un tantino più caldo del dovuto. Ma questo non va ad influenzare minimamente il nostro incontro.

 

Letizia: Non c’è un perché in questa mia scelta. Mi ci sono piacevolmente trovata: non è stata una cosa che ho costruito crescendo: mi sono detta “ ma si, il cinema mi sta bene addosso”.

 

Accipicchia: durante l’emissione di queste parole il suo volto arrossiva progressivamente… un po’ come una ragazzina innamorata che da il suo primo bacio…

 

Il cinema?...non lo amo definire: è una foto di quello che noi vediamo …è quel racconto che ci piacerebbe aver ascoltato dalla bocca dei nostri cari, quando eravamo piccoli … si, alla fin so vederlo soltanto così.
Al lavoro dico sempre, anche se pochi mi sanno capire: il montaggio è un’arte che presuppone molta creatività. I non “addetti ai lavori”, quelli che non si muovono nel mondo cinematografico, pensano che sia soltanto un “taglia e cuci”: come esistono i grandi stilisti, così ci sono i grandi montatori. Per essere un montatore non si può prescindere dall’essere un artista: e ciò, non si impara studiando sui libri o frequentando corsi …bisogna avere una propensione naturale.

Il montaggio è dare “la mia versione dei fatti”, la mia interpretazione a quello che gli altri vedranno …ed il montaggio questo te lo permette

 

…e quel poveraccio del regista? (accipicchia: mi è sfuggito…)

 

…il risultato finale di un film non risiede soltanto nel montaggio ma in tutto quello che c’è prima: se io parto da una mia idea e la confronto con “quella diversa” di un’altra persona, il risultato non potrà che essere quel buon compromesso che darà vita ad un buon montaggio, e di conseguenza, un buon film …il tecnicismo che c’è dietro lo impari meccanicamente: una cosa è sapere che quando cambia un’inquadratura devi tagliare, ma è ben diverso intuire qual è il punto esatto di applicazione del cut …se non saprai dare la tua versione, questo lavoro rimarrà sempre un meccanicismo fine a se stesso

 

I suoi dolcissimi occhi verdi, sfumati all’interno sul nocciola, mimetizzano perfettamente la sua grande grinta professionale

 

Quando sono al montaggio Io non so se mi spingo oltre la grammatica del cut: posso usarla o meno, ma non mi pongo il problema di che sto facendo; mi muovo guidata esclusivamente dalle mie sensazioni: questo, “bisogna farlo cosi”, “va fatto così”. … io sono molto istintiva: non analizzo mai le parti del mio percorso … quasi sicuramente non le saprei neppure spiegare.

 

Sento che è il momento di giocarmi la carta: devo coinvolgerla nelle sue altre capacità; …vado: “sbaglio o tra le righe sento odore di “sceneggiatura a priori”… Il suo viso è nuovamente rosso e…

 

Vero. Io quando scrivo…

 

… abbiamo scoperto l’altra faccia di Letizia, affermo con gioia

 

…io quando scrivo vedo già il mio film: è vero non siamo in molti a muoverci in questo modo … invece sono bestie rare coloro i quali riescono ad esprimersi in questo codice per come vorrebbero.

Ho, però, degli affini in questo mio modo di approcciare…ma non tutti, però, riescono a trovare chi gli da spazio per esprimersi.

Il mondo del corto, fino a qualche tempo fa, era esclusivamente “sperimentazione”: ora sta diventando consumismo... lo spazio di questa nuova frontiera sta affogando in una sterile ricerca di puro tecnicismo: la casa di produzione che mi fa avere il dolly piuttosto che la stadycam; …contenuti? …tracce: lavori in tale direzione si contano sulle punte della dita di una mano. E ciò vale anche per il cinema e nell’arte in genere.

…un corto su cento si può ancora salvare ...e le cause di questa agonia non va ricercato nell’avere gli autori fissato come unico punto di riferimento “se stessi”. Mi spiego meglio. Ultimamente un regista famoso mi ha fatto notare una grande verità: oggi il cinema, anche se poi ne usa il linguaggio, “non vuole parlare con la gente” …parla esclusivamente con se stesso …

 

Quest’ultimo periodo me lo ha comunicato a testa bassa, manifestando così un gran dispiacere per il suo contenuto

 

Secondo me la sceneggiatura a priori è una capacità che direi appartenere soltanto ad un montatore, oppure un Regista, con la R maiuscola.

Oggi vige la fiction che poi non è altro che il fotoromanzo degli anni ’80. Io non sono mai stata attratta da tale prodotto …i reality? …ne ho una pessima opinione, così come di tutta la TV in generale … vorrebbero essere una sorta di messa in scena napoletana, ma non sono neppure una parodia …

 Si da molto, anzi, troppo peso a quello che si vuole dire … non nel senso di scrivere contenuti ma di rappresentare, di comunicare …ma lo si fa attraverso le parole, ossia nel peggiore dei modi che questo linguaggio prevede.

 

Ora abbiamo la presunzione di far vivere ancora il grande cinema italiano …e non si riesce a capire che non è più possibile: apparteneva a quell’epoca …non ci sono più i grandi registi …e, soprattutto, si da troppo credito a persone che di cinema parlano, ma le loro conoscenze non vanno oltre a quello che hanno appreso dai libri...